Secondo le più recenti statistiche, ogni anno nel mondo circa 7 milioni di persone scelgono di viaggiare oltre confine per motivi di salute, generando oggi un volume d’affari di circa 100 miliari di dollari. Fortunatamente, gli ospedali del nostro Paese stanno conquistando crescenti fette di mercato, dimostrandosi delle eccellenze globali che potrebbero alimentare un incrementante business di riferimento.
Insomma, se fino ad oggi i turisti stranieri erano attratti dall’Italia solo ed esclusivamente per le bellezze artistiche e per quelle naturali, oggi sembra che gli stranieri stiano apprezzando gradualmente anche il c.d. “turismo sanitario”. D’altronde, la posta in gioco sembra essere tutt’altro che risibile: secondo uno studio della Deloitte, infatti, ogni anno nel mondo circa 7 milioni di persone si mettono in viaggio per motivi di salute, generando un volume d’affari straordinario, e che diventerà pari a 150 miliardi di dollari nel 2018.
I ricavi generati dal turismo sanitario ammontano già a 12 miliardi di euro in Europa, secondo quanto affermano le stime dell’Osservatorio OCPS-SDA Bocconi. L’Italia ha oggi il 17% della quota, pari a 2 miliardi di euro, che secondo gli osservatori internazionali potrebbero diventare 4 miliardi, implementando l’offerta di servizi sanitari e turistici offerti agli stranieri.
Ad ogni modo, per il momento il saldo è interamente negativo. Con soli 5 mila stranieri che scelgono di farsi curare da noi contro i 200 mila pazienti italiani che vanno oltre confine, la “bilancia” pende fortemente verso l’ala negativa. Tuttavia, attenzione a non confondere la natura dei due piatti della bilancia: principalmente, infatti, gli italiani che varcano le Alpi e vanno a farsi curare all’estero non sono tanto pazienti bisognosi di interventi chirurgici delicati o cure all’avanguardia, quanto persone alla ricerca del risparmio per cure dentarie, chirurgia estetica e ricostitutiva, trapianto dei capelli, terme. Di contro, i turisti stranieri che vengono in Italia cercano prestazioni a più alto tasso di specializzazione: neurologia, cardiochirurgia, oncologia, chirurgia bariatrica e ortopedia in particolare.
Il futuro, però, potrebbe riservare nuove sorprese non solo sul fronte quantitativo, quanto anche nella struttura qualitativa…