Secondo una recente ricerca condotta da Reputation Manager, nel nostro Paese oltre 9 utenti del web su 10 si dicono spaventati dai recenti attacchi terroristici, tanto che tali eventi avrebbero indotto la necessità o la preferenza di modificare le proprie abitudini di viaggio o di partecipazione ai grandi eventi pubblici, come ad esempio le partite di calcio, o i concerti. Rispetto allo scorso anno la percentuale dei turisti online che si dice influenzata dal rischio di attentati nella scelta delle proprie vacanze è cresciuta addirittura del 45%, arrivando a pesare per il 91% del totale.
E così, la ricerca realizzata da quello che è il principale istituto italiano di analisi e di misurazione della reputazione online di brand e di figure di rilievo pubblico, in grado di analizzare le conversazioni online degli utenti per poter valutare quanto la lunga stagione di attacchi terroristici abbia modificato il rapporto degli italiani con vacanze e eventi pubblici, traccia una linea di demarcazione piuttosto netta tra la vecchia concezione di viaggio, e la nuova concezione.
Nel dettaglio, l’analisi è stata compiuta osservando più di 1.600 contenuti sulla Rete. Nel primo semestre 2016, l’analisi sanciva che la Rete era sostanzialmente divisa in maniera equa tra coloro che dichiaravano di non volersi lasciar condizionare dall’allarme terrorismo (54%) e coloro che invece ne tenevano già conto (46%) durante le attività di pianificazione delle proprie vacanze, o nel valutare la possibilità di prendere parte a manifestazioni o a eventi pubblici.
Ebbene, nei primi sei mesi del 2017 la situazione sembra essersi completamente ribaltata, visto e considerato che la percentuale degli ottimismi (o, meglio, degli indifferenti ai rischi terroristici) è scesa al 9%, mentre la quota di quelle persone che ha dichiarato di lasciarsi influenzare dall’allerta terrorismo è salita fino a toccare il 91%.
In altre parole, oggi giorno più di 9 italiani su 10 temono nuovi attacchi e proprio sulla base di tale valutazione hanno scelto di modificare le proprie abitudini di comportamento, o promettono di farlo nel momento in cui andranno a dover assumere specifiche decisioni, con punte di maggiore rilevanza proprio nel turismo vacanziero e culturale (67%), mentre la restate quota (33%) è relativa alla possibilità o meno di partecipare a manifestazioni e altri eventi pubblici.