Qualche settimana fa abbiamo parlato di alcune delle principali attrazioni del Kenya. Ma come è suddivisa la sua popolazione?
Ebbene, la tribù più grande, i Kikuyu, con sede negli altipiani centrali, costituiscono circa il 20% della popolazione; i Kalenjin della Rift Valley il 15%; i Luhya del Kenya occidentale il 14%; i Luo della regione Nyanza intorno a Kisumu il 12%; e i Kamba a est di Nairobi l’11%. Molte persone di questi grandi gruppi etnici hanno avuto un orientamento largamente occidentalizzato per due o tre generazioni e la loro influenza economica e politica è notevole.
Le tribù non sono mai state unità chiuse e le famiglie spesso includono membri di diversa origine etnica, oggi più che mai. La politica tende ancora ad avere una dimensione etnica, tuttavia: le persone conservano un forte senso se sono locali o nuovi arrivati. Il pregiudizio intertribale, anche se spesso considerato un tabù, o al massimo una scusa per fare dell’umorismo, è ancora abbastanza comune e occasionalmente diventa violento.
I gruppi etnici più piccoli includono i popoli Maasai e Samburu, strettamente legati, che costituiscono poco più del due per cento della popolazione. Ben noti per i loro caratteristici e ancora comunemente indossati abiti tradizionali e associati alle riserve nazionali che portano il loro nome, conducono i loro animali attraverso vaste distese di savana e, quando l’accesso all’acqua lo richiede, li portano su terreni privati e persino nelle grandi città. Molti Turkana e alcuni degli altri gruppi remoti del nord conservano anche il loro abbigliamento tradizionale e l’aspetto piuttosto attrezzato, con lance e altre armi molto in evidenza.
Ricordiamo anche che il Kenya ha una vasta e diversificata popolazione asiatica (forse più di 100.000 persone), prevalentemente di lingua Punjabi e Gujarati provenienti dal nord-ovest dell’India e dal Pakistan, per lo più basata nelle città e nei paesi più grandi. Discendenti in parte dei lavoratori che vennero a costruire la ferrovia dell’Uganda, includono anche molti dei loro antenati arrivati sulla sua scia, per commerciare e avviare attività commerciali. C’è anche una dispersa comunità cristiana Goan, identificata dai loro cognomi portoghesi, e una comunità araba in diminuzione, soprattutto sulla costa.
Infine, ci sono ancora circa 30.000 residenti europei – dagli ex militari britannici agli aristocratici italiani – e altri 30.000 espatriati temporanei. Alcuni kenyani europei mantengono una versione ridotta della vecchia vita agricola e di allevamento, e alcuni ricoprono ancora alte cariche nel servizio civile. Sempre più spesso, tuttavia, la comunità si sta rivolgendo all’industria del turismo per un futuro più sicuro.