La lunga stagione degli attentati in Turchia sta nuocendo gravemente al business turistico di una delle macro aree di maggiore spessore culturale nell’area mediterranea che guarda a Oriente. Secondo i dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica turco, infatti, nel corso del terzo trimestre 2016 il settore avrebbe dato seguito a un crollo del 32,7% rispetto a quanto avveniva nello stesso periodo dell’anno precedente. E considerato ciò che è accaduto nei mesi successivi, fino ad arrivare ai giorni nostri, c’è da scommettere che in realtà il nuovo anno potrà garantire numeri ancora più deludenti.
Insomma – e non è certo una sorpresa – il clima di grandissima tensione indotto dagli attacchi terroristici si rivela come un modo molto semplice (e drammatico) per poter danneggiare l’economia. Colpire il turismo significa infatti generare una perdita stimata, per la Turchia, in oltre 8 miliardi di dollari. Per quanto concerne le entrate da marzo a giugno, continuano le statistiche fornite dalla Turchia, il settore è sceso del 13,8%. Insomma, un disastro per l’economia turca, in cui il settore continua a giocare un ruolo di grande rilievo.
Scendendo ancora più nel dettaglio, si noti come per la sola città di Ankara, una delle più visitate a gettonate, si tratti di una crisi gravissima, in un mercato che nel solo 2015 ha raggiunto il valore di 31,5 miliardi di dollari. Il mese di settembre (l’ultimo al quale è possibile riferire una statistica ufficiale) ha visto un crollo del numero di turisti che ha superato il 30%: un flusso nel quale si è manifestata una chiara emorragia di turisti tdeschi, britannici, arabi, con la contrazione più grave che ha riguardato gli arrivi dalla Russia, scesi del 60%.
E per il futuro? Purtroppo gli avvenimenti con i quali si è aperto l’anno non sembrano poter fornire un giusto supporto al turismo turco che, pertanto, potrebbe subire ancora una volta tutti gli effetti più negativi di questo fortissimo clima di tensione. Uno scenario in corso di deterioramento, che potrebbe generare altri miliardi di dollari di perdita al prodotto interno lordo nazionale.