Qualche novità di interesse per tutti i consumatori italiani che acquistano i propri pacchetti – viaggio all inclusive: grazie alle novità spinte dalla Commissione Europea, infatti, gli acquirenti potranno stare tranquilli anche nell’ipotesi sventurata di fallimento dell’operatore turistico, visto e considerato che ora verranno rimborsati, come prevede la legge.
La novità è merito di un lungo processo svoltosi in quattro anni di procedura d’infrazione che l’Unione Europea ha scelto di archiviare proprio dopo aver valutato positivamente i provvedimenti che sono stati assunti dall’Italia.
Le buone notizie non finiscono però qui: grazie al fatto che il nostro Paese è riuscito a ottenere la chiusura di altre quattro procedure, dal gioco d’azzardo alle spese di registrazione per il rinnovo del permesso di soggiorno di lunga durata, le procedure d’infrazione sulla Penisola sono scese a 62, per il numero record più basso mai raggiunto dal tricolore.
Ma in che modo si è potuta ottenere la chiusura della procedura d’infrazione sui pacchetti vacanza? Per comprenderlo dobbiamo fare un piccolo passo indietro, e rammentare che già diversi anni fa l’Italia ebbe modo di costituire un Fondo nazionale di garanzia per coprire i consumatori in caso di bancarotta degli operatori turistici. Tuttavia, Bruxelles notò ben presto che in realtà il fondo non aveva sufficienti risorse e, di conseguenza, aveva scelto di aprire una procedura nel 2012. Da luglio 2016 le autorità italiane hanno dunque scelto di sostituire il Fondo con l’obbligo per gli operatori turistici e le agenzie di viaggio di stipulare una polizza assicurativa o fornire una fideiussione bancaria per tutti i pagamenti che sono percepiti dai consumatori. Grazie a ciò, i viaggiatori che acquistano i pacchetti vacanza sono pienamente tutelati, e la Commissione UE ha potuto ottenere la chiusura della procedura.
Con l’occasione, si evidenzia come la Commissione abbia scelto altresì di chiudere tutti i procedimenti che erano stati aperti nei confronti dei 28 Paesi membri, tra cui l’Italia, in relazione al gioco d’azzardo, ritenendo in merito che le sentenze della Corte Ue e il ricorso ai giudici nazionali siano sufficienti.
Ulteriormente, l’Italia si è vista chiudere l’infrazione sul contributo imposto per il permesso di soggiorno Ue di lunga durata, considerato che – come da richieste – ne ha ridotto l’importo. Si considerino infine le chiusure di due procedure d’infrazione in campo ambientale, come quella sulla raccolta dati per la valutazione della qualità dell’aria, e quella sui rapporti sull’attuazione della legislazione sui rifiuti.
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