Il turismo è un’importante risorsa, ma quando i flussi turistici sono incontrollati e poco rispettosi, i luoghi che li “subiscono” corrono il rischio di pregiudicare la loro bellezza e la loro forma originaria. A tal fine, qualche giorno fa il periodico Focus ha compiuto un interessante viaggio alla scoperta di alcune delle bellezze più emozionanti del mondo che, purtroppo, stanno subendo i peggiori effetti pregiudizievoli proprio a causa di un’errata relazione con i turisti che ogni anno affollano le proprie aree di riferimento.
L’elenco è piuttosto lungo e ben assortito. Si può ad esempio cominciare con il Monte Everest, messo a durissima prova dai rifiuti (anche organici!) dei viaggiatori. Il campo base, a 5.300 metri di altezza, non è infatti dotato di fogne e dunque le latrine vengono svuotate in fusti che vengono smaltiti. Altrove si usa scavare una buca nel ghiaccio… con la conseguenza che quando le temperature si alzano, il ghiaccio si scioglie con le conseguenze che potete ben immaginare.
Paga le colpe di un turismo maleducato anche Stonehenge, in cui i visitatori sono purtroppo soliti devastare il monumento antico con graffiti, campeggi improvvisati, gomme attaccate alle pietre. Ne consegue che molti chiedono da tempo il divieto di camminare tra le pietre durante i solstizi, con un invito non sempre raccolto. Purtroppo, paga anche Phi Phi Island, la spiaggia thailandese resa famosa dal film The Beach, con Leonardo di Caprio: invasa dai turisti (più di 1.000 ogni giorno con il solo servizio di linea, più quelli che arrivano con motoscafi e yacht), Phi Phi produce 25 tonnellate di spazzatura al giorno.
Nell’elenco individuato da Focus c’è inoltre spazio anche per le Piramidi di Giza, in Egitto: non è raro che le autorità egiziane arrivino ad arrestare turisti intenti a scalare le piramidi (si rischiano tre anni di carcere). C’è inoltre spazio anche per l’Italia: a Venezia si parla da tempo di introdurre il numero chiuso dei viaggiatori per evitare che il flusso diventi ingestibile, così come ingestibili diventino i rifiuti.
Infine, Focus individua la bella Machu Pichu, in Perù: come per Venezia, si punta a imporre un limite di visitatori per evitare che il flusso diventi ingestibile. E che dire della Grande muraglia cinese? Estesa per migliaia di chilometri, oggi viene messa in pericolo non dagli eserciti, come accadeva un tempo, bensì dalle orde incontrollate e maleducate dei turisti.