Durante una recente conferenza stampa degli albergatori e degli operatori turistici romani, è emersa una profonda insoddisfazione nei confronti del “piano bus” capitolino, che provocherebbe impatti negativi sul settore, tanto da spingere i principali rappresentanti del comparto a minacciare di scendere in piazza se non accadranno ulteriori novità.
In particolare, per gli operatori il piano bus introdurrebbe due diversi provvedimenti definiti “irragionevoli e immotivati”. “L’assessore vuole assolutamente proibire ai flussi di turisti di accedere con i bus dedicati nel centro della città e poi impone un aumento di 17 volte delle tariffe per l’ingresso” – riporta il quotidiano Il Messaggero, sottolineando una parte dell’insoddisfazione maturata in occasione della conferenza, dove è stato condiviso come gli interventi in essere siano considerati proibizionisti dagli operatori, e insostenibili per l’economia turistica romana.
Stando alle varie sigle, prosegue il quotidiano, gli effetti del piano saranno “nefasti e non tarderebbero a travolgere l’intera filiera turistica capitolina che dà occupazione a migliaia di lavoratori”. Un danno enorme che, a loro detta, sarebbe ingiustificato dalle finalità del provvedimento.
Proprio a sostegno di questa tesi, gli operatori hanno presentato uno studio dell’università La Sapienza (basato sui dati dell’agenzia per la mobilità di Roma Capitale e dell’Arpa), stando a quale i bus turistici coprirebbero meno del 2% di chilometri annui percorsi nel centro di Roma dai veicoli, mentre lo spazio di sosta sarebbe di soli 0,6 metri quadri contro i 5,2 metri quadri per passeggero delle autovetture. Inoltre, lo studio evidenzia come i picchi di inquinamento non si registrano nel centro, ma nella zona est e nei giorni in cui è minore la presenza di bus. Ulteriormente, è stato riportato come i bus turistici che girano per Roma sono mediamente pari a 600 unità, contro le 570 mila autovetture stimate dall’Anci.
Insomma, per gli operatori turistici non ci sarebbe alcuna relazione tra traffico, occupazione degli spazi e inquinamento in centro città. In aggiunta a ciò, per gli operatori sarebbe impensabile che la mobilità dei turisti si possa risolvere facendo ricorso ad Atac “i cui servizi sono oggettivamente al collasso e inadatti a soddisfare le esigenze di gruppi numerosi, anziani e disabili” – conclude Il Messaggero.