Nel nostro Paese continua a crescere di buon ritmo il turismo, che è sempre più influenzato e supportato dalla provenienza di flussi internazionali. In particolare, sottolineano gli ultimi dati forniti, nel corso del 2016 gli arrivi stranieri in Italia sono stati poco meno di 56 milioni di unità, con uno sviluppo dell’1 per cento sull’anno precedente. Con simili progressioni, si può facilmente sostenere una fase di consolidamento del risultato del 2015, quando la crescita degli arrivi stranieri fu in grado di sfiorare il 7 per cento rispetto all’anno precedente. Più sul lungo respiro, è abbastanza facile evidenziare come nel periodo che va dal 2001 al 2016, gli arrivi internazionali si siano sviluppati del 55 per cento, e che le presenze sono cresciute di circa il 35 per cento, con un tasso medio annuo di crescita che è stato rispettivamente pari al 3 per cento e al 2 per cento.
I numeri di cui sopra sono stati tratti da una recente analisi sul turismo internazionale in Italia, realizzata da Confturismo-Confcommercio e presentata qualche settimana fa a Cernobbio in occasione del Forum di Confcommercio. Dall’incontro è emerso che è proprio grazie agli stranieri che il bilancio del turismo italiano può rimanere positivo, visto e considerato che – dall’altra parte della bilancia, gli arrivi e le presenze italiane sono diminuite nel corso del 2016 rispettivamente del 2 per cento e dell’1 per cento e oggi risultano così al di sotto dei livelli del 2001 a causa di una lenta e progressiva contrazione che è iniziata a partire dal 2007.
I dati positivi non finiscono però qui. Di fatti, proseguono i dati forniti, a migliorare è anche la permanenza media dei turisti, che passa da 3,4 giorni a 3,5 giorni per gli italiani e da 3,5 giorni a 3,6 giorni per gli stranieri. Si tratta di uno sviluppo lieve, di un decimale di punto (circa 2 ore) ma che ha riflessi certamente non sottovalutabili considerato che sul fronte del turismo internazionale è comunque in grado di valere circa 600 milioni di euro di entrate valutarie aggiuntive.
Il risultato di cui sopra non può comunque controbilanciare un trend negativo che prosegue da circa 15 anni, quando il turista restava in vacanza almeno mezza giornata in più, sia nel caso in cui si trattasse di un turista italiano, sia nell’ipotesi in cui ad essere protagonista della vacanza fosse un turista straniero.