Le compagnie aeree europee stanno gradualmente cancellando i voli diretti per l’Iran, ponendo così le basi per un possibile duro colpo per il turismo del Paese.
Insomma, a quanto pare i tempi sono davvero difficili per l’Iran. Con il ritorno delle sanzioni economiche dagli Stati Uniti, il turismo, e in particolare il trasporto aereo, sta soffrendo in misura crescente. Di recente, British Airways ha ad esempio annunciato la sua decisione di sospendere i suoi voli tra Londra e Teheran dal prossimo 23 settembre. Secondo la compagnia britannica, questa rotta non è commercialmente valida a causa delle sanzioni statunitensi.
Anche Air France sta abbandonando la sua rotta Parigi – Teheran, rilanciata ad aprile 2016, e gestita da Joon da quest’anno. Il percorso è stato ridotto da tre frequenze settimanali a una dal 4 agosto e sarà sospeso con decorrenza dal prossimo 18 settembre. Anche in questo caso, la “bassa redditività commerciale” viene individuata come causa scatenante di tale scelta. KLM abbandonerà altresì i suoi voli Amsterdam – Teheran dal 24 settembre. Etihad, Air Astana e Austrian Airlines stanno inoltre ritirando i voli per Teheran, Isfahan e Shiraz dai loro orari di volo.
Questi annunci potrebbero indebolire il turismo in Iran, in piena fioritura negli ultimi tre anni. Il Paese ha infatti accolto circa 5 milioni di turisti nel 2016, secondo gli ultimi dati disponibili dalla Banca Mondiale. E lo stato iraniano spera di attirare più di 20 milioni di turisti entro il 2025.
Ad ogni modo, non tutti gli operatori stanno adottando una simile politica di allontanamento. Alcune compagnie aeree europee, tuttavia, stanno resistendo all’evoluzione globale. Si pensi a Lufthansa, che per il momento mantiene la rotta Francoforte – Teheran, o Alitalia, che continua a garantire un volo giornaliero tra Roma e Teheran. Da Parigi, la capitale iraniana è ancora accessibile via Mahan Air e Iran Air.
Ricordiamo che lo scorso maggio Donald Trump ha deciso il ritiro unilaterale da parte degli Stati Uniti dell’accordo nucleare firmato nel 2015 tra Iran, Cina, Russia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti. In sostanza, questo accordo ha permesso di revocare le sanzioni economiche contro l’Iran in cambio di rassicurazioni sul fatto che la Repubblica Islamica non avrebbe acquisito armi nucleari.
Le società che operano in Iran o che fanno affari con l’Iran in dollari sono ora soggette a sanzioni economiche e al divieto di intrattenere relazioni commerciali con società statunitensi.