Airbnb, una delle più note “piattaforme dell’ospitalità” al mondo, ha recentemente lanciato Community Tourism, un progetto che punta a finanziare associazioni e no profit per poter sviluppare dei progetti legati alle tradizioni dei piccoli borghi del vecchio Continente. Una iniziativa sicuramente interessante in una nicchia di turismo sempre crescente e – sostengono i critici – forse anche un modo propositivo per poter rispondere alle osservazioni negative e alle lamentele sull’impatto negativo delle locazioni favorite dalla stessa piattaforma. Che, a tal proposito, rilancia, affermando di puntare a creare un milione di posti di lavoro entro il 2020.
Più nel dettaglio, Chris Lehane, capo delle relazioni istituzionali di Airbnb, ha affermato che l’azienda “vuole collaborare con le comunità per aiutare a migliorare e preservare le caratteristiche che le rendono uniche, Airbnb ha una lunga storia nel supporto di iniziative locali progressiste”. Ma come si ottengono i finanziamenti?
Per poter ottenere i crediti, le organizzazioni con progetti turistici innovativi potranno presentare apposita domanda a partire dal prossimo mese di novembre sul sito Airbnb dedicato all’iniziativa: i progetti scelti saranno annunciati entro il successivo mese di febbraio.
Difficile fare una stima di dove e come verranno attribuiti i fondi. Sicuramente, una parte consistente verrà però assegnata all’Italia, che può vantare una rete di borghi nazionali di sicuro impatto, contribuendo in maniera decisiva allo sviluppo ddi questo settore nell’economia europea.
Peraltro, l’interesse da parte di privati e organizzazioni non dovrebbe certamente mancare. Il quotidiano La Repubblica sottolineava pochi giorni fa, ad esempio, come un recente studio condotto dall’Università di Siena mostrerebbe come a Firenze quasi il 20% delle proprietà immobiliari all’interno delle mura medievali sia offerto in affitto sulla piattaforma Airbnb, con punte del 25% a Matera. Anche a tal fine, alcune città europee come Amsterdam e Barcellona, hanno dovuto porre un tetto alle giornate in cui una casa può essre data in affitto.
“Il nostro è una forma di turismo sostenibile che assicura che i benefici creati rimangano in Europa e possano essere goduti da molti all’interno della comunità, non mantenuti nelle mani di pochi” – ha poi aggiunto Lehane, ancora – evidentemente – rispondendo ad alcune delle principali critiche mosse al portale.
E voi che ne pensate?
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